
Per che cosa si dovrebbe essere riconoscenti,
ma a cui spesso non si fa caso:
Le imposte, che devo pagare,
perché vuol dire che ho un‘occupazione.
L‘enorme disordine, che devo sgomberare dopo una festa,
perché vuol dire che ero circondato da amici.
I vestiti, che di nuovo mi stanno stretti,
perché vuol dire che ho abbastanza da mangiare.
Le ombre, che mi seguono nel mio lavoro,
perché vuol dire che mi trovo alla luce del sole.
I tappeti che devo spazzolare e le finestre che devo pulire,
perché vuol dire che ho un alloggio.
Le numerose lamentele che sento sul governo,
perché vuol dire che abbiamo la libertà di parola.
Il conto del riscaldamento così salato,
perché vuol dire che sono al caldo.
La donna dietro di me in chiesa, che canta in modo stonato,
perché vuol dire che posso sentire.
La montagna di biancheria da lavare e stirare,
perché vuol dire che possiedo dei vestiti.
I muscoli doloranti alla fine di una dura giornata di lavoro,
perché vuol dire che mi è possibile lavorare duro.
La sveglia, che bruscamente al mattino mi strappa dai miei sogni,
perché vuol dire che sono vivo.
E per finire ...
I numerosi e snervanti messaggi di posta elettronica,
perché vuol dire che ho degli amici e che ci sono persone che pensano a me.
Anonimo.