Narra la passeggiata che ti è piaciuta di più.
La passeggiata che mi è piaciuta di più è stata domenica
scorsa, che sono andato allo scasso.
II giorno prima mio zio mi aveva detto: «Se stasera farai il buono,
domani ti porterò allo scasso».
Io allora ho fatto subbito il buono, e zio mi ha
portato allo scasso.
Allo scasso è bellissimo. Dovunque ti giri, scasso.
Le macchine stanno una sopra all'altra, una sotto all'altra,
formano delle montagne, e sembra di stare all'AlledenIandia.2 (Ederlandia)
Mio zio cercava una marmitta un po' consumata,
anche un po' ammaccata, non tanto nuova, basta che buttava fumo.
Prima di entrare mi ha detto:
«Salvato vedrai che affare faremo! A tuo zio
nisciuno o fa fesso; Ancora adda nascere chi la fesso a tuo zio!».
Però, non appena siamo entrati, un cane nero con
un collare tutto punte, ci ha corso incontro e io stavo morendo dalla paura.
Allora è venuto il padrone (che sembrava un cane pure lui) e gli ha
gridato; «Liò, vatténne!», e Lione per fortuna se ne gliuto.
Mentre mio zio cercava la marmitta io ero felice.
C'erano un sacco di macchine ammaccate, i fari senza luce,
i volanti fermi, le gomme moscie, le pozzanghere,
le portiere aperte, le targhe senza targa
un'automobile stava dentro a un fosso e un bambino ci pisciava sopra.
Io quando divento grande farò l'uomo dello scasso.
Poi zio è tornato senza marmitta in mano, e il
cane e il padrone gli abbaiavano contro, e lui era
tutto arrabbiato, e io ho capito che non aveva fatto l'affare.
Quando ho raccontato tutto a papa, papa mi ha risposto
che i cafoni di Benevento fanno tutti una brutta fine,
e allora ho saputo dove era nato zio.
Tratto dal libro "Io speriamo che me le cavo" Marcello D'Orta.